
RENZO NUCARA
Tra i tratti distintivi che rendono la ricerca di Renzo Nucara tanto originale e personale ce n’è uno particolarmente importante: la condivisione; attitudine ben rara nel panorama artistico contemporaneo, la capacità di mettersi a confronto con gli altri, in un reciproco gioco di sguardi e influenze è una dota da sempre presente nella ricerca di Nucara, dalla sua esperienza nella Cracking Art, all’appartenenza a gruppi culturali nella sua Bergamo fino alla dimensione più privata del suo rapporto di coppia con un’artista, Carla Volpati. Ed è proprio questo approccio che ha generato Time Machine, un progetto complesso e strutturato, che rappresenta a pieno la ricerca di Nucara, proprio a partire da questa sua dimensione socievole e sociale, di condivisione dell’atto creativo.
Partendo dalla tesi Infinite Monkey di Emile Borel, secondo cui “se un esercito di scimmie battesse per un tempo sufficiente sui tasti di macchine da scrivere, produrrebbe prima o poi tutti i libri del British Museum”, Nucara ha immaginato un meccanismo in costante crescita, generato dall’idea del singolo ma destinato ad appartenere a tutti coloro che vorranno aggiungere il loro tassello. Una straordinaria immaginifica macchina composta da migliaia di sguardi, migliaia di pensieri, migliaia di intuizioni: piccoli mattoncini privati e personali che si incontrano a formare un unico monumentale oggetto, come tante voci si uniscono in un coro. Un grande ingranaggio, azionato da elementi singoli, nati nella più totale libertà, che si trovano ora a dialogare con altri elementi simili a loro, tutti indispensabili per il funzionamento della macchina, portatori di un unico messaggio. Un’idea che affonda le radici negli esperimenti sull’automatismo dei surrealisti, nelle poesie Dada e nell’alogità di tanta ricerca d’avanguardia e che si colloca su un piano fortemente concettuale, direi quasi processuale (impossibile non pensare all’Esposizione in tempo reale di Vaccari), ma che fa anche tesoro della leggerezza dell’esperienza Cracking e della ludicità del linguaggio di Nucara, sempre abile nel togliere pesantezza alle proprie opere, lasciandole libere di divertirsi e giocare con la materia, con i colori, perfino con i contenuti.
Nel suo spazio ipoteticamente infinito, nel suo porsi come eterno work in progress, Time Machine è la manifestazione più compiuta del concetto sociale e corale della ricerca di Renzo Nucara. Ciascuno può parteciparvi, tutti possono farne parte. L’artista dirige ma non impone, controlla ma non mistifica, osserva da una posizione privilegiata il sorprendente processo di condivisione che genera l’opera, sorprendendosene lui per primo.
(Testo per progetto Timemachine, 2015)