
Alessandro favini. ambienti remoti
Alessandro favini. ambienti remoti
catalogo mostra
anno: 2018
collana: I quaderni di Ponte43
curatela, grafica, realizzazione catalogo
Mostra Sala civica, Viganò
19.05.2018 - 10.06.2018
testi di
Simona Bartolena
AMBIENTI REMOTI
Alessandro Favini è entrato in punta di piedi nel mondo dell’arte, pensando alla pittura dapprima quasi come un rifugio, un luogo di conforto, e poi, con sem-pre maggior sicurezza in se stesso e nel proprio talento, come uno strumento espressivo, come un mezzo per raccontarsi.
I suoi primi dipinti sono scorci di paesaggi realizzati en-plein-air, con un toc-co macchiato, tonale, giocato sui contrasti cromatici, che ricorda la pittura postmacchiaiola. Sono piccole vedute ritratte a pennellate piene, dalle forme sintetizzate, plasmate nel colore con gesto sicuro, che rivelano già una cer-ta personalità e lasciano ampiamente presagire i futuri sviluppi della ricerca dell’artista. L’interesse per il vero ben presto muta in qualcosa di diverso: in-fondo la realtà per Alessandro è sempre stata solo un pretesto per raccontare qualcosa di ben più profondo e privato.
I temporali estivi, gli eventi atmosferici repentini e inaspettati si trasformano in una sorta di indagine sull’animo umano, nella descrizione di un evento inte-riore.
Passo dopo passo Alessandro abbandona ogni legame con il paesaggio “ter-reno”, volgendo lo sguardo al cosmo e alla sua vastità, trovando nello spazio infinito un soggetto ideale per la propria riflessione sugli stati d’animo e sulla condizione umana.
Ed ecco nascere nuovi e inaspettati non-luoghi, mondi immaginifici e paesaggi extraterrestri, costruiti con segni rapidi e pennellate stratificate, con linee che ne suggeriscono la profondità, vibranti di colori inconsueti, animati da una ta-volozza nella quale trionfano toni mai banali di verde e di blu scaldati da tocchi di bitume.
Gli Ambienti remoti di Favini sono sogni, sono visioni, sono porte che si aprono su spazi celesti non ci fanno paura né sollevano motivi di inquietudine, ma al contrario ci scaldano con la loro luce, attraendo il nostro sguardo magnetica-mente. Sono ambienti dove ciascuno di noi può perdere o ritrovare se stesso. Sono occasioni di riflessione privata, che ci inducono a volare, come ha volato (e con quale gioia e libertà…) l’artista nel momento della loro creazione.
catalogo mostra
anno: 2018
collana: I quaderni di Ponte43
curatela, grafica, realizzazione catalogo
Mostra Sala civica, Viganò
19.05.2018 - 10.06.2018
testi di
Simona Bartolena
AMBIENTI REMOTI
Alessandro Favini è entrato in punta di piedi nel mondo dell’arte, pensando alla pittura dapprima quasi come un rifugio, un luogo di conforto, e poi, con sem-pre maggior sicurezza in se stesso e nel proprio talento, come uno strumento espressivo, come un mezzo per raccontarsi.
I suoi primi dipinti sono scorci di paesaggi realizzati en-plein-air, con un toc-co macchiato, tonale, giocato sui contrasti cromatici, che ricorda la pittura postmacchiaiola. Sono piccole vedute ritratte a pennellate piene, dalle forme sintetizzate, plasmate nel colore con gesto sicuro, che rivelano già una cer-ta personalità e lasciano ampiamente presagire i futuri sviluppi della ricerca dell’artista. L’interesse per il vero ben presto muta in qualcosa di diverso: in-fondo la realtà per Alessandro è sempre stata solo un pretesto per raccontare qualcosa di ben più profondo e privato.
I temporali estivi, gli eventi atmosferici repentini e inaspettati si trasformano in una sorta di indagine sull’animo umano, nella descrizione di un evento inte-riore.
Passo dopo passo Alessandro abbandona ogni legame con il paesaggio “ter-reno”, volgendo lo sguardo al cosmo e alla sua vastità, trovando nello spazio infinito un soggetto ideale per la propria riflessione sugli stati d’animo e sulla condizione umana.
Ed ecco nascere nuovi e inaspettati non-luoghi, mondi immaginifici e paesaggi extraterrestri, costruiti con segni rapidi e pennellate stratificate, con linee che ne suggeriscono la profondità, vibranti di colori inconsueti, animati da una ta-volozza nella quale trionfano toni mai banali di verde e di blu scaldati da tocchi di bitume.
Gli Ambienti remoti di Favini sono sogni, sono visioni, sono porte che si aprono su spazi celesti non ci fanno paura né sollevano motivi di inquietudine, ma al contrario ci scaldano con la loro luce, attraendo il nostro sguardo magnetica-mente. Sono ambienti dove ciascuno di noi può perdere o ritrovare se stesso. Sono occasioni di riflessione privata, che ci inducono a volare, come ha volato (e con quale gioia e libertà…) l’artista nel momento della loro creazione.