Chiara Orsenigo. Parole

Parole. Chiara Orsenigo
libro
anno: 2017

opere, curatela e ideazione Chiara Orsenigo
grafica, realizzazione volume, testi Ponte43


“Vedere a volte è una missione. Potrebbe ampliare la mente”. Non si tratta di un aforisma di qualche arguto intellettuale né i versi di un poeta contemporaneo… è solo ciò che l’occhio di Chiara Orsenigo ha trovato giocando con le parole di un testo di tutt’altra natura… parole che poi ha accompagnato con un’immagine surreale e immaginifica, ad ulteriore commento della sua lapidaria affermazione.
Si chiama Caviardage ed è una tecnica di scrittura creativa poetica, utilizzata in ambiti diversi, che vanno dalla scuola all’arte-terapia. Si prende una pagina scritta, si guarda da un punto di vista diverso da quella del lettore consueto e si estrapola una frase componendola con singole parole raccolte tra le righe.
Già il concetto di per sé mi pare assai affascinante… L’idea di restituire alla parola il suo valore originario, emancipandola dalla frase in cui l’autore l’ha intrappolata, è profondamente suggestiva e ricca di stimoli e motivi di riflessione. Un testo, così come la pagina di un libro ce lo presenta, riserva sorprese e possibilità inaspettate, che ciascuno di noi può scoprire semplicemente guardando oltre le righe. Ciò che trovo davvero straordinario in questo approccio diverso alla lettura è proprio questo: il superamento dei limiti imposti, la necessità di cambiare la prospettiva, liberarsi dagli stereotipi, partendo da una narrazione che qualcun altro ha immaginato per trovare una nostra storia, un nostro motivo, un nostro universo.
Siamo quindi di fronte a una tecnica che suscita interesse anche in chi non si occupa di arte-terapia o pedagogia. In bilico tra i concettualismi delle cancellature di Isgrò e le opere di Poesia visiva, tra un’esercitazione di espressione del sé e un’azione artistica, il Caviardage ha un potenziale straordinario, che può dare risultati sorprendenti: proprio come quelli che ottiene Chiara Orsenigo nelle sue poetiche, visionarie, fantasiose pagine.
“La perfezione preoccupa troppo. Anche così mi sento bene”, “Tu sparirai, il senso di colpa è un luogo circolare”, “Realizzare un cambiamento infonde energia, quando occorre”… recitano i lavori della Orsenigo e leggendo queste opere, perdute tra poesia, filosofia e arte, pagina dopo pagina, si fa strada un’altra considerazione essenziale per la loro reale comprensione: l’occhio non ha scelto parole a caso. Nessuno impegnato in questo esercizio sceglierebbe parole a caso. Nella selezione dei vocaboli, nella composizione della frase, nel senso stesso da dare all’opera si nasconde l’indole più vera dell’autore, i suoi sogni, le sue parole, il suo atteggiamento verso la vita. E così Chiara si muove dall’aforisma arguto alla denuncia politica, da cuori svolazzanti al volto di Regeni, dall’onda di Hokusai all’immaginario Surrealista… seguendo i propri interessi e il filo dei propri pensieri, smarcandosi dai modelli nel momento stesso in cui li ostenta, raccontandoci tutta la complessità del proprio portato culturale senza farla in alcun modo pesare. C’è, infatti, una splendida naturalezza in questi ambiziosi giochi filosofici di Chiara. Si presentano come divertissement ma tali non sono. Hanno la leggerezza e l’immediatezza di un’illustrazione poetica ma nascondono una profondità e un grado di elaborazione sconcertanti; e soprattutto colpiscono il bersaglio grazie a un sapiente intreccio tra parola e immagine, tra scoperta casuale e ricerca concettuale. Sono talmente affascinanti da indurre chi li osserva a voler fare lo stesso, a pensare seriamente di mettersi alla prova davanti alla pagina vuota, sfidando il periodo ben scritto (o mal scritto!) da chissà quale autore per trasformarlo in qualcosa d’altro, qualcosa di privato, di personale, in un’incantevole e maliziosa complicità con le parole e con il loro significato.
Queste pagine, dunque, costituiscono a mio avviso un’opera unica: un percorso concettuale e in progresso, figlio di un processo creativo in costante evoluzione che si muove dal piano privato a quello universale. Ciascuna è parte di un tutto e soprattutto è parte di Chiara, del suo sguardo, di quello che cerca nella vita, consciamente e inconsciamente.
Grazie a un indubitabile talento per il disegno e per l’uso della parola e un notevole senso della composizione e del colore, Chiara Orsenigo ha trasformato il Caviardage in uno strumento artistico, vero e proprio linguaggio espressivo, capace di comunicare ed emozionare.
Simona Bartolena