Nanni Valentini

NANNI VALENTINI
Mostra e catalogo mostra
anno: 2016


ideazione, curatela, organizzazione, coordinamento, realizzazione, produzione mostra e catalogo

San Pietro all’Atrio
Como

7 – 29 maggio 2016

una mostra a cura di
Simona Bartolena
Aldo Consonni
Armando Fettolini

in collaborazione con:
Archivio Nanni Valentini

Organizzazione e coordinamento evento
Ponte43
in collaborazione con
Associazione heart – PULSAZIONI CULTURALI

In mostra catalogo con testi di:
Simona Bartolena
Flaminio Gualdoni
Armando Fettolini


Nato a Sant’ Angelo in Vado nel 1932, Nanni Valentini si forma tra Pesaro e Faenza, dove la tradizione della ceramica è di casa. I suoi studi da Angelo Biancini e da Bruno Baratti gli danno solide base tecniche, ma accendono in lui anche il desiderio di sfuggire ai canoni precostituiti di quell’arte. Sarà il clima di Milano, in quegli anni particolarmente all’avanguardia anche nel rinnovamento delle Arti applicate, a indicargli una strada possibile. Fontana – il grande padre di un’intera generazione – e Melotti, gli offrono notevoli motivi di riflessione. L’amicizia con Tancredi, con i fratelli Pomodoro (suoi conterranei), ma anche con Bellandi, Romagnoni, Schiavocampo, farà il resto. Convinto che la ceramica non possa essere solo esecuzione tecnica e sottostare a riti codificati, Valentini si mette alla ricerca di un linguaggio che esca dai cliché. Egli cerca un segno che non sia separato dalla materia; lo cerca passando dalla pittura, confrontandosi con l’informale, allora tanto in voga, ma sempre con sguardo personale. Ed è proprio quel segno che Valentini tradurrà nelle sue sculture. Le sue opere sono segno, sono forma, sono materia. Hanno il peso della storia, di millenni di storia, sono simulacri di antichi mondi eppure hanno la fisicità tangibile del qui-e-ora, sempre presenti e sempre attuali, assolute nella loro eternità. Sono idee fermate in un istante, occupano lo spazio-tempo sfuggendo alla sua dittatura, racchiudono in sé la memoria segreta della Terra. E della Terra conoscono la forza degli elementi, di cui sono padrone. L’acqua, l’aria, la terra e il fuoco le hanno generate e hanno donato loro l’identità primigenia di madre Natura. Come ombre, riflesso della realtà, spettro del vero, le sue sculture paiono sovvertire le logiche della fisica: i volumi si fanno intangibili, i vuoti prendono corpo; attingono dalla classicità temi e intenzioni, respirano l’aura monumentale dell’antico ma non ne spiegano i misteri, non offrono soluzioni: rispondono cioè al concetto di mito nel suo senso più profondo, il mito come simbolo di verità dalle molteplici chiavi di lettura. Ciascuno vi troverà un significato diverso, apprenderà ciò di cui ha bisogno, come dalla risposta enigmatica e ambigua di un oracolo.
In continua metamorfosi, le sculture di Nanni Valentini sono un atto d’amore verso la materia da cui provengono. Esse non sono di materia ma sono la materia stessa.
Coerente, intellettualmente e moralmente limpido, Nanni Valentini non si curava del mercato, dei meccanismi del mondo dell’arte, della possibilità di carriera. Professore appassionato, innovatore e sperimentatore anche nella didattica, egli ha dedicato testa e cuore agli allievi di un Istituto d’arte, quello di Monza, che oggi, trasformato in Liceo, gli è stato giustamente intitolato.