MunariArte al futuro

Munari
Arte al futuro

Must Museo del Territorio di Vimercate
dal 28 gennaio al 30 aprile 2023

A cura di Simona Bartolena in collaborazione con Luca Zaffarano

Must. Museo del Territorio

produzione Ponte 43
con Vidi srl

in collaborazione con Associazione Bruno Munari e Munart






La mostra Bruno Munari, Arte al futuro racconta la ricerca artistica di Munari attraverso una selezione di circa cinquanta opere provenienti da collezioni private italiane e straniere. Artista, scultore, designer e scrittore geniale, Munari non ha mai smesso di sperimentare, cercando strumenti di comunicazione sempre diversi, dalla parola al dipinto, dall’oggetto d’uso al giocattolo.
 
La mostra intende raccontare la personalità di questo poliedrico personaggio a trecentosessanta gradi,
con un’attenzione particolare alla sua produzione più prettamente artistica, per metterne in evidenza la straordinaria importanza nel panorama artistico internazionale e il ruolo di grande precursore di tendenze e ricerche poi molto in voga.
 
Il percorso di mostra procede per sezioni, con approfondimenti sui principali motivi di riflessione dell’esperienza artistica munariana. Ogni opera sarà descritta e commentata da una didascalia dal taglio didattico, adatto anche a un pubblico di non addetti ai lavori.
La sequenza delle opere non rispetterà un ordine cronologico, ma seguirà piuttosto una logica tematica, per agevolare la comprensione delle principali questioni sollevate dall’artista con la sua ricerca: dal dinamismo allo studio della percezione, dalla trasformazione dell’idea di pittura all’impiego della tecnologia, dal concetto di “arte concreta” alla sperimentazione di nuovi materiali.
 
 
Le sezioni di mostra
 
  1. L’eredità futurista
Bruno Munari non amava parlare delle sue “origini” futuriste, sebbene le radici della sua ricerca affondino proprio nel movimento di Marinetti. Attratto soprattutto dall’opera di Prampolini, Munari intravede fin dai primi anni di collaborazione con gli artisti del gruppo i limiti del futurismo. In particolare egli sente subito il bisogno di superare le tecniche classiche ancora utilizzate dagli artisti del gruppo per rappresentare il movimento.
Profondo e complesso è anche il rapporto con il dadaismo, da cui eredita l’interesse per collage e fotomontaggio. Anche in questo caso, però, Munari si differenzia sensibilmente dalle istanze del movimento: del Dada egli sposa l’ironia ma rifiuta la carica distruttiva e la vocazione nichilista.
Le opere in mostra – quali Mistero Cosmico (1933, olio su cartone, cm 34x49, collezione privata) e una serie di collage –  indagano questi legami con le Avanguardie storiche, mettendone in evidenza affinità e divergenze.
 
  1. Le Macchine inutili e i Concavi-Convessi
Lontane dalla retorica del progresso tipica del coté futurista, le macchine di Munari si dichiarano ironicamente “inutili”. La macchina si fa mezzo di studio del rapporto tra spazio e tempo, del concetto di casualità, della ricerca di equilibrio, della rappresentazione della dinamicità di un oggetto e della volontà di offrire allo spettatore una fruizione coinvolgente dell’opera d’arte. La stessa dinamicità è ricercata nella serie dei Concavi-Convessi, opere da appendere al soffitto ottenute dalla piegatura di una rete metallica. Anche in questo caso la scultura è libera di muoversi nello spazio e proietta ombre mutevoli: di fatto essa è una delle prime installazioni nella storia dell’arte italiana.
Una Macchina inutile sarà esposta, con un’adeguata illuminazione che ne valorizzerà i giochi di ombre, nella saletta del Museo di consueto dedicata al rapporto di Leonardo da Vinci con il territorio.
 
 
  1. Astrattismo e Arte Concreta
Tra i fondatori del MAC, Movimento Arte Concreta, Bruno Munari ha destinato un ruolo importante nella sua ricerca all’esplorazione delle possibilità della forma astratta.
L’astrattismo concreto si libera da qualsiasi residuo narrativo, concentrandosi esclusivamente sulla relazione tra forma, colore e ritmo.
La più nota espressione degli studi dell’artista sull’astrazione concreta sono i Negativi-Positivi: in mostra ne saranno esposti più esemplari datati dagli anni Cinquanta agli anni Novanta). Ad essi verranno accostate opere che preludono alla loro definizione – come lo splendido e significativo Due forme rosse, (1947, tempera su carta, cm 34x50, collezione privata) e un astratto senza titolo a china su carta del 1950 (18x18 cm, collezione privata) – e alcuni ulteriori sviluppi della ricerca sul tema, quali le Curve di Peano. Nelle Curve di Peano Munari inserisce in una struttura “rigorosissima, matematica, un fatto emotivo basato invece sulla sensibilità del colore”, domandandosi che cosa poteva succedere inserendo “un fatto di sensibilità cromatica dentro un problema strettamente logico”.
 
  1. Sculture da viaggio
Le prime Sculture da viaggio nascono all'inizio degli anni Cinquanta come sculture pieghevoli, regalate o spedite come biglietti di auguri. Diverranno poi opere emblematiche della produzione dell’artista: modernissime perché trasportabili, leggere, innovative, esse esprimono a pieno la volontà di Munari di fare un’arte nuova, “che meglio si adatti alla vita d’oggi”. In mostra verranno esposti più esemplari originali degli anni Cinquanta.
 
  1. Dipingere con la luce
La pittura per Munari non è più un’immagine statica, ma una molteplicità di immagini in costante mutazione: “La pittura può anche sparire purché resti l’arte”. Sfruttando un nuovo materiale, il filtro Polaroid, egli crea opere caleidoscopiche e cangianti: i Polariscop. Una ricerca che lo condurrà anche a sperimentare le Proiezioni dirette e le Proiezioni polarizzate. In mostra il visitatore avrà modo di comprendere il funzionamento di un Polariscope, ma anche – grazie a un ambiente immersivo, realizzato per l’occasione – di sperimentare la fruizione di queste opere smaterializzate, realizzate con la luce, coinvolgenti e affascinanti, che spostano la pittura in una nuova dimensione spazio-temporale. Con le proiezioni Munari ha ancora una volta precorso esperienze destinate a un’importante evoluzione nei decenni successivi, ancora oggi molto in voga.
 
 
  1. Il design
In Munari la relazione tra design e arte è costante, complessa e indagata nel profondo, sia nei suoi testi che con la realizzazione di opere che contaminano i due linguaggi. In mostra – oltre a opere quali i collage di tessuti – saranno esposti alcuni oggetti disegnati dall’artista pensando alla produzione in serie. Il rapporto con il mondo del design e della produzione verrà esplorato nei diversi aspetti anche con pannelli didattici.
 
  1. Editoria e pubblicità
Non possono mancare in mostra esempi dell’interazione di Munari con il mondo della comunicazione (sia nella forma di collaborazione con riviste e prodotti editoriali, sia nell’idea di libro come oggetto d’arte, sia nell’elaborazione di nuove forme grafiche di messa in pagina e di uso dei caratteri e delle immagini). In particolare una sala sarà dedicata al suo lavoro per la Campari. Presenti in mostra saranno, infatti, il grande manifesto rosso e una serie di collage e studi per pubblicità (alcuni anche inediti) dalla collezione della Galleria Campari.